Intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari rientrano in un gruppo di disturbi chiamati reazioni avverse al cibo, manifestazioni che negli ultimi decenni stanno aumentando sensibilmente e che coinvolgono ogni fascia di popolazione.

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Le intolleranze alimentari si differenziano dalle allergie perché non sono mediate dal sistema immunitario.

Esistono vari tipi di intolleranze:

*        Farmacologiche, provocate da particolari molecole presenti in alcuni cibi (Istamina, caffeina, feniletilamina)

*        Dovute ad additivi aggiunti negli alimenti (antiossidanti, conservanti, dolcificanti)

*        Enzimatiche, provocate dall’incapacità di metabolizzare alcune sostanze introdotte nell’organismo (intolleranza al lattosio, celiachia, favismo…)

 

Tra le cause dell’aumento della frequenza delle intolleranze alimentari ci sono le mutate abitudini alimentari (maggior consumo di cibi raffinati e confezionati), un cambiamento degli stili di vita ( stress), intossicazioni ( inquinanti ambientali, additivi alimentari), svezzamento precoce, disturbi della digestione…

I sintomi sono molto variabili sia come intensità che come tipologia, spesso sono associati all’apparato intestinale ( dolori addominali, vomito e diarrea) ma si possono riscontrare anche spossatezza, cefalea, irritabilità, prurito, sonnolenza, vertigini…

La diagnosi viene fatta spesso per esclusione: dopo aver individuato l’alimento che si sospetta essere responsabile del disturbo, questo viene eliminato per un certo tempo e si verifica se i sintomi migliorano o scompaiono del tutto.

 

Ad eccezione della celiachia, l’alimento responsabile dell’intolleranza può essere re-introdotto nella dieta in piccole quantità e spesso viene ben tollerato dall’organismo.

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